25 novembre 2020. È morto Diego Armando Maradona. L’ex leggendario calciatore è stato colto da arresto cardiorespiratorio.
Dopo aver festeggiato il suo 60° compleanno il 30 ottobre, si era sentito male ed era stato portato d’urgenza in ospedale.
Si era sottoposto a intervento chirurgico per rimuovere un ematoma alla testa e stava meglio.
Stava trascorrendo il periodo di convalescenza nella sua casa di Tigre, vicino Buenos Aires, in Argentina.
L’intervento della ambulanze è stato immediato, ma non c’è stato nulla da fare.
Soprannominato El Pibe de Oro (“il ragazzo d’oro”), è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, se non il migliore in assoluto.
Tra le figure più controverse della storia del calcio per la sua personalità eccentrica dentro e fuori il campo, fu sospeso due volte dal calcio per differenti motivi: una volta per uso di cocaina nel 1991 e un’altra volta per positività ai test antidoping, al mondiale degli Stati Uniti 1994 (per uso di efedrina, sostanza non legale spesso usata per perdere peso).
Dopo il suo ritiro ufficiale dal calcio nel 1997, Maradona ha subito un aumento eccessivo di peso (risolto con l’aiuto di un bypass gastrico) e le conseguenze della dipendenza dalla cocaina, dalla quale si è liberato dopo lunghi soggiorni in centri di disintossicazione.
Padre di 5 figli, nati da quattro diverse relazioni: Diego Sinagra, nato nel 1986, fu riconosciuto da Maradona solo nel 2007.
L’ex giocatore del Napoli è idolatrato anche dai napoletani, oltre che dagli argentini. A Napoli, sulla parete esterna in via San Biagio dei Librai, gli fu dedicato addirittura un altarino con una foto nella quale indossa la maglia del Napoli e un suo capello in una teca, dove i tifosi si recavano prima delle partite a chiedere la “grazia calcistica”.
Maradona era un centrocampista mancino, rinomato per il controllo di palla, la precisione nei passaggi e l’eccezionale abilità nel dribbling (= schivare più avversari, mantenendo il controllo del pallone senza commettere fallo); dava l’impressione che la palla gli restasse incollata al piede.
Dotato di grande intelligenza tattica, era specialista della rabona. Il termine deriva dallo spagnolo “rabo” (coda) e indica il movimento compiuto dai bovini con la coda per scacciare gli insetti. Nel calcio, consiste nel colpire il pallone con il piede arretrato dietro la gamba opposta.
Sapeva imprimere alla palla curvature estreme, riuscendo a segnare direttamente da calcio d’angolo o dal dischetto di centrocampo appena dopo il fischio d’inizio.
Famosissimo l’inno cantato negli stadi degli anni ’80 in onore al numero 10 del Napoli, che ha militato nelle file dei partenopei per 7 stagioni (dal 1984 al 1991):
Oh Mamma, Mamma, Mamma,
Oh Mamma, Mamma, Mamma,
Sai perchè mi batte il Corazon,
Ho visto Maradona,
Ho visto Maradona,
We Mammà, Innamorato Sò
Lascia un Commento