American bedroom, Barbara Peacock: “Scattando la foto, ascolto la loro storia”




La camera da letto è senz’altro il luogo più intimo e inviolabile di ciascuno di noi, dove cala ogni tipo di maschera e filtro e possiamo essere completamente noi stessi. È la zona comfort per eccellenza in cui sentirsi liberi e a proprio agio, rifugiandosi dagli sguardi esterni.

È per questo lato intrigante che la fotografa statunitense Barbara Peacock decide di dare una sbirciatina dando vita al progetto American Bedroom, un documentario in immagini che ritraggono famiglie, coppie e singoli individui americani nelle proprie camere da letto.

L’idea nasce nel 2016, quando una mattina si alza presto e guarda fuori dalla finestra.

Quando mi sono girata, ho visto mio marito avvolto dalla coperte, immerso in una bella luce dorata con la sua maschera per il sonno.

Ho ridacchiato per il contrasto tra bellezza e umorismo. […]

È stato allora che ho capito che quello che abbiamo sui nostri comodini e nella stanza racconta una storia distinta e personale.

È così che inizia ad immaginare di poter immortalare la spontaneità e l’essenza intima di soggetti ordinari nelle loro camere da letto. I suoi cari le dicono che sembra un’idea interessante, quindi Barbara si cimenta fotografando prima amici e familiari, in seguito decide di allargare i suoi orizzonti.

Parte dalla East Cost e poi si sposta più a sud. Da lì continua in tutti gli Stati Uniti grazie ai 10mila dollari ricevuti per aver vinto, insieme ad altri cinque fotografi, i Grants for Editorial Photography, i premi dell’agenzia Getty Images destinati ai progetti fotogiornalisti.

Questo progetto rappresenta il più grande viaggio della mia vita.

Quando ero più giovane ho sempre desiderato farlo ma non ne avevo le possibilità.

Ora che i miei figli sono cresciuti e ho una carriera lavorativa avviata posso gustare quest’esperienza come una giovane adulta e con il cuore affamato dell’artista.

Questa serie fotografica

è uno studio antropologico e culturale del popolo americano.

Per farlo Barbara Peacock sceglie di ispirarsi al modo in cui il fotografo Walker Evans ritrae le persone comuni.

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Ovviamente non è facile trovare persone disposte ad aprire le porte della stanza da letto e a mostrare la propria vulnerabilità. È più semplice convincere i soggetti che conosce personalmente, mentre trova gli altri inserendo degli annunci su Facebook e lasciando il suo bigliettino da visita in bar e ristoranti.

Solitamente inizia a scattare i ritratti senza aver perlustrato prima la stanza che farà da sfondo; a volte interviene sull’ambiente o sulle persone – magari spostando qualche oggetto o discutendo con loro su come ritrarli, in quali posizioni, se nudi o vestiti – per fare emergere meglio la personalità di chi sta fotografando. Poi aspetta finché arriva il momento migliore per scattare.

Una volta era un gatto salito improvvisamente sul materasso, un’altra ho atteso un’ora in silenzio mentre una famiglia si muoveva sul letto, in un altro caso ancora potrebbe essere semplicemente l’inclinazione di una testa, o uno sguardo.

Barbara dice che chiacchiera a lungo con i suoi soggetti prima di iniziare.

Mi assicuro che sappiano che è una collaborazione ed è un ritratto tanto loro quanto mio.

Non faccio mai fare a nessuno qualcosa che non vuole.

Se i miei soggetti sono nudi è perché vogliono esserlo.

Per molte persone, si tratta di un momento importante in cui mostrano, nel modo più onesto possibile, chi sono.

Togliere ogni artifizio e rivelare la loro vera natura è davvero affascinante e spesso le persone si riempiono di vitalità.

Sono trascorsi sei anni dalla prima fotografia ma Barbara non si ferma: punta a girare tutti i 50 stati per finalizzare il progetto e trasformarlo in un libro.

Questi scatti regalano all’osservatore un ritratto senza veli della popolazione americana in tutte le sue sfaccettature. Ognuno di essi rappresenta un’emozione diversa, che ha ben poco bisogno di essere spiegata: dalla solitudine alla vecchiaia, dalla tranquillità mattutina alla carica di energia dell’infanzia, dà a ogni strato della società la possibilità di esprimersi senza parole.

Scattando la foto, ascolto la loro storia.

“Per decenni abbiamo sentito il peso della responsabilità per i nostri figli. Ora siamo soli. Il nostro nido vuoto ha risvegliato la gioia della libertà che avevamo da giovani”. Becky e Dave, 65 anni, Madrid, Nuovo Messico.

“Non ho mai voluto essere una ragazza, volevo solo essere un cowboy con il rossetto rosso. Ora, lontano dal Texas e da tutta la repressione religiosa della mia giovinezza, mi sento potente e finalmente libero”. Dale, 48 anni, East Village, New York.

“Bruciare le crocchette di patate, pulire i loro pasticci e portare i bambini a scuola in ritardo sono solo una parte della vita. Unire questa grande famiglia è la cosa più difficile di cui abbia mai fatto parte, ma l’amore e il supporto sono diventati il dono e l’insegnamento più grandi, non solo per me, ma per tutti noi”. La famiglia Belfon, Denver, Colorado.
Il papà: “Qui è pericoloso, dobbiamo proteggere le ragazze. Abbiamo sogni semplici, una casa con acqua corrente ed elettricità. Ma soprattutto un posto sicuro dove le ragazze possano crescere”. Rachael, 9 anni e Aeriyna, 4 anni, Riserva Navajo, Kayenta, AZ.
“Il balletto, la mia passione, il mio amore, il mio destino. Sono così orgogliosq che molti dei miei studenti abbiano una carriera di successo” Miss Dorothy, 70 anni, Pensacola, Florida.
“Sono un unicorno e una fata.” Megan, 6 anni, Little Rock, Arkansas
“Sono solo ora, con i miei cani.” Lucinda, 88 anni, Atlanta, Georgia
“Tenetevi forte. Tenetevi stretti l’un l’altro. Mostra a coloro che ami quanto li ami. Se pensi a qualcuno, mandagli un messaggio, faglielo sapere. Non c’è ieri, non c’è domani, solo oggi.” Claire e Tee, Detroit, Michigan
“Tutto quello che abbiamo sempre voluto era un amore che non ci ricordasse il dolore. Non è mai stato difficile amare, abbiamo solo chiesto alle persone sbagliate di provare”. Taylor e Shannon, 25 e 26 anni
“La vita è bella. Il paradiso sorgerà dalle ceneri e io ne farò parte.” Jeanine, 64 anni, Paradise, California
“Ho allattato i miei figli mentre mungevo le capre. Ci sono giorni in cui mi fermo un po’ e vedo i bambini che giocano con gli agnelli e mangiano le carote raccolte da terra. Ci sono bellissimi tramonti qui ed è più facile ora senza un partner.” Elen, 33 anni.
“Mio marito è morto. Ora posso fumare in camera.” Betty, Sweden, Maine
“Ci sono giorni in cui non esco dalla mia camera.” Nito, Cambridge, Massachusetts
“Sono molto silenzioso al mattino per non disturbarla. Poi mi ricordo che lei non c’è più.” Pepere, Jay, Maine