Mi chiamo Erica, sono nata in Italia e vivo all’estero da dieci anni.
Nasco come scrittrice, ho lavorato per una redazione giornalistica per quattro anni subito dopo la laurea in comunicazione. Credo sia stato uno dei lavori più belli della mia vita. Prendevo meno di 300 euro al mese, ma io non lavoravo per soldi, amavo scrivere e avevo iniziato perché avevo apprezzato l’opportunità che mi era stata data.
Quando il giornale dovette chiudere, iniziai a farmi delle domande: la vita che stavo vivendo in quel momento era davvero ciò che volevo?
Lasciai tutto, tutto per l’Africa.
Un amore che non avevo più, una promessa che non avrei poi potuto mantenere, i miei genitori, le amicizie vere, l’Italia nella quale non mi ero mai riconosciuta.
Partii da sola per andare incontro a un desiderio… Quella cosa che sembra un’allucinazione se resti a guardare senza fare alcun passo.
Bene, quello fu il mio primo passo verso la mia nuova vita…
A giugno 2009, mentre ero in redazione, ricevetti una mail: cercavano volontari per l’Africa orientale. Non so bene come quella mail mi abbia raggiunto, ma quello era esattamente il mio sogno fin dall’età di 7 anni.
Chiesi un permesso non retribuito al mio datore di lavoro per poter partire, usai quasi tutti i risparmi che avevo per comprare il biglietto. Il passaporto lo feci per l’occasione, non avevo mai volato prima. I miei genitori li avvisai quando avevo la prenotazione confermata tra le mani.
Partii da Roma, avevo un bagaglio da 5kg e non avevo mai visto un aeroporto prima di allora, avevo 26 anni, una relazione che già vacillava e un grande sogno che non avevo mai realizzato.
Rimasi sveglia per tutta la durata del volo, quando atterrai ero in Kenya. Un autista con la barba lunga mi aspettava, avevo la macchina fotografica in mano, quella con il rullino… ma non riuscii a scattare nessuna foto.
Quello che vidi per strada prima di raggiungere la mia prima destinazione non lo scorderò mai.
Uomini a petto nudo che tagliavano le canne da zucchero, bambini scalzi di ritorno da scuola, polvere, colori, traffico, suoni… Tutto inverosimile.
Arrivai nel residence di quello che diventò un caro amico, Giorgio. Conobbi il presidente dell’associazione e poi Francesca, una volontaria come me che studiava medicina.
Il giorno successivo ci recammo al villaggio, ci impiegammo due ore in macchina sulla terra rossa, tra bambini, donne, frutta fresca e sole cocente.
Quando arrivai al villaggio mi resi conto che quello che avevo sempre cercato, voluto, quello che mi era sempre mancato, quello che mi sarebbe servito era il sorriso dei bambini e me ne innamorai perdutamente.
Per quanto pensassi di voler aiutare loro, sarebbero stati loro ad aiutare me. Tornai in Africa una volta l’anno per tre anni consecutivi. Lavoravo solo per mettere i soldi da parte e rientrare a fare volontariato.
Nel 2012 lasciai tutto e partii con pochi risparmi per restare, per vivere, per cercare lavoro lì.
Da quel momento iniziò il mio lungo viaggio. Il desiderio di vivere in Africa mi portò fino in Uganda per lavoro e quello sarebbe stato solo l’inizio della mia grande avventura.
Erica
Facebook: Erica Zingaropoli
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