Danimarca, strage di visoni: trasmettono il Covid mutato



La premier danese Mette Frederiksen ha annunciato che tutti i visoni allevati nel paese saranno abbattuti per prevenire la diffusione del Covid.

Secondo il governo, almeno 12 persone sono state infettate da una mutazione del virus, trasmessa dai mustelidi, che potrebbe compromettere l’efficacia del vaccino.

Siamo a conoscenza di segnalazioni dalla Danimarca di un certo numero di persone infettate da coronavirus dai visoni, con alcune modifiche genetiche nel virus. Siamo in contatto con le autorità danesi per saperne di più

fa sapere l’Oms.

La Danimarca è uno dei principali esportatori di pelliccia di visone. Ogni anno vengono prodotti circa 17 milioni di questi accessori. Da sola la Kopenhagen Fur provvede a soddisfare il 40% della richiesta mondiale, particolarmente forte in Cina e Hong Kong.

L’abbattimento di 15 milioni di esemplari farà registrare una perdita di ben 671 milioni di Euro per gli allevatori, che il governo ha promesso di risarcire.

Questa drammatica decisione di sterminare l’intera popolazione di animali da pelliccia potrebbe portare alla fine di questa produzione.

Visti i rischi è difficile pensare che nei prossimi anni le autorità permetteranno che i visoni vengano nuovamente introdotti all’interno degli allevamenti danesi.

Le immagini dello sterminio dei visoni in Danimarca

In Italia, la Lega anti vivisezione (Lav) ha chiesto al presidente del consiglio Giuseppe Conte, al ministro della salute e al comitato tecnico scientifico di svolgere test diagnostici sui visoni negli otto allevamenti italiani, tra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Abruzzo.

Secondo Massimo Comparotto, presidente dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), questi allevamenti possono ricordare i cosiddetti ‘mercati umidi’ cinesi, come quello di Wuhan, dove dicono che si sia verificato il primo contagio da animale selvatico a uomo.

Coronavirus. Onu, vietare in tutto il mondo i mercati di animali selvatici, anche a Wuhan - Agenpet

In questi stabilimenti gli animali vivono spesso in pessime condizioni igieniche e lo stress che subiscono dalla nascita all’uccisione è altissimo, costretti come sono a subire un’angusta cattività in scenari d’inferno. Un motivo in più per riflettere sulla necessità di chiudere tutti questi stabilimenti.

In Italia da anni le associazioni animaliste ne chiedono la chiusura. Lav in due allevamenti in Lombardia ha verificato

violazioni delle norme biosanitarie oltre che animali sofferenti e in pessime condizioni.

Gli attivisti di “Essere animalihanno annunciato sul loro sito che dal 9 al 15 novembre faranno pressione sul Governo per chiedere con urgenza il divieto degli allevamenti di visoni in Italia.