Espulsa dalla polizia per un tatuaggio cancellato


Arianna Virgolino è un’agente della Polizia di Stato. Anzi, era: al momento è stata sospesa dal servizio per “demeriti”.

“Quali demeriti?”, vi chiederete. Ha intascato bustarelle? Ha preso per il collo qualcuno durante un semplice controllo? Abuso dell’autorità? Razzismo? Apologia di Fascismo? Violenza? No, niente di tutto questo.

La sua grave colpa, il suo grave demerito è “estetico”. L’hanno espulsa perché a 18 anni, prima che diventasse poliziotta, si è fatta tatuare un piccolo cuore con una coroncina sul polso come regalo di compleanno.

Poi, per realizzare il suo sogno di entrare in Polizia, si è sottoposta a 9 sedute laser da 200 euro l’una per cancellarlo. Ma ha commesso anche un gravissimo errore: è stata sincera. Dopo le preselezioni ha detto di aver avuto quel tatuaggio.

Il tatuaggio era quasi sparito ma ho preferito essere corretta. Pensavo mi avrebbero apprezzato, invece mi hanno messo alla porta.

Arianna, 31 anni, è stata sospesa, anche se aveva rimosso il tatuaggio.

Ha fatto ricorso al Tar il quale le ha dato ragione, consentendole di rientrare in Polizia. Da quel giorno Arianna Virgolino ha onorato quella divisa ogni giorno, lavorando nel reparto più rischioso e con più morti di tutti: la Stradale. Un giorno, in uno dei tanti incidenti su cui è dovuta intervenire, ha salvato una ragazza fermando la perdita di sangue con un braccialetto. Poi è intervenuta riuscendo a fermare una rissa che stava per assumere dimensioni spaventose. Per quell’intervento Arianna Virgolino, il 7 novembre scorso, ha ricevuto dal Prefetto il giusto riconoscimento.

Poche ore dopo, terminata la cerimonia, ha consegnato pistola e distintivo perché da Roma è giunta la sentenza del Consiglio di Stato, che rovescia quella del Tar.

Sono stata costretta ovviamente a riprendere la mia vita in mano e a cercarmi un lavoro: ho un figlio di 8 anni e in qualche modo devo andare avanti. Nel frattempo per pagare i legali ho venduto l’auto. Io però non voglio mollare, ho diritto a essere una poliziotta e chiedo giustizia

Arianna  si è rivolta a un avvocato. Per pagarlo ha venduto la macchina. Il suo obiettivo? Tornare in polizia.

Anche Matteo Salvini ha ritenuto opportuno esprimere il suo pensiero in merito: