Sabato, 2 agosto 2020, CREMA. Sono le ore 13. Una donna si cosparge di liquido infiammabile e si dà fuoco in un campo vicino a un ristorante. Un passante scende dalla macchina e cerca di spegnere le fiamme con un asciugamano.
Una seconda persona cerca di aiutarlo utilizzando un estintore, ma per la donna non c’è più niente da fare. Nel frattempo altre persone, invece di prestare soccorso, filmano la scena con il telefonino dal parcheggio del ristorante.
Sconvolto dalla tragedia e dall’indifferenza dei presenti, il primo soccorritore scrive al sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, che pubblica il racconto sulla sua pagina Facebook:
Non sappiamo ancora chi sia, questa povera donna, e non conosciamo bene le dinamiche di quanto accaduto. Saranno le Forze dell’Ordine a farci capire qualcosa in più. Ma la testimonianza di questo primo soccorritore, che passava in quel momento e si è fermato a porgere aiuto, è agghiacciante. La pubblico, d’accordo con colui che me l’ha mandata, per sollecitare la nostra riflessione.
Comprendo che non tutti possano avere il sangue freddo e la prontezza per intervenire quando una persona si dà fuoco. Si può rimanere gelati dallo shock di quanto sta accadendo, anche coi 40 gradi di oggi. Ma se gli spettatori di questa tragedia hanno avuto la freddezza di prendere il telefonino ed immortalare la scena, anziché correre in aiuto o chiamare i soccorsi, allora dobbiamo farci delle domande. Serie e molto, molto urgenti.
Cosa siamo diventati? E se quella donna fosse stata nostra figlia, sorella, moglie, madre? Cosa può renderci così insensibili e distaccati verso la sofferenza degli altri? Perché questa indifferenza? Un abbraccio a questo “buon samaritano”, che passava per caso e si è fermato a prestare aiuto, anche se evidentemente non è bastato, ed un pensiero pieno di dolore per questa donna.
Non è un buon giorno, oggi, Crema. – Stefania Bonaldi
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