La Repubblica Democratica del Congo fu una colonia del Belgio dal 1908 al 1960.

Patrice Lumumba diventò primo ministro democraticamente eletto della nuova nazione africana indipendente, ma fu assassinato nel 1961.
Il successivo colpo di stato portò alla dittatura di Mobutu, che durò oltre 30 anni.
Nel 1999, il commissario di polizia belga Gérard Soete ammise di aver sciolto nell’acido il corpo del leader dell’indipendenza, per cancellarne ogni memoria, e di aver conservato due denti come trofeo e prova della sua morte.
Soete morì nel 2000. Quando sua figlia mostrò questi cimeli a un giornalista nel 2016, le furono immediatamente sequestrati.
La Procura di Bruxelles sta indagando per capire se c’è ancora in vita qualcuno da poter perseguire per l’assassinio per il cui coinvolgimento, nel frattempo, il Belgio si era scusato nel 2002.
Il 30 giugno scorso, una delle figlie, Juliana Lumumba, ha inviato una lettera a re Filippo con cui gli ha chiesto di restituire il dente alla famiglia dell’eroe congolese: il giudice ha deciso che la sua richiesta sarà accontentata.
Il presidente congolese, Felix Tshisekedi, ha precisato che l’evento avverrà entro il prossimo giugno, in tempo per le celebrazioni del 61° anniversario dell’indipendenza del Paese africano.
Juliana Lumumba ha detto:
Come sapete, cerchiamo la verità da più di 40 anni.
È morto in maniera atroce, ma per anni non sapevamo se fossero rimasti dei resti.
Poi sappiamo dai media, non dal governo belga, che sono rimasti dei denti e che un commissario li teneva per ricordo. E adesso la giustizia belga ce ne concede uno.
La cosa più importante, come figlia, è potere seppellire mio padre.
Le nostre tradizioni ci insegnano che la maniera in cui si seppelliscono i propri cari dice tanto su di noi, ed è importante.
È tempo di provare a medicare le ferite.
Al momento posso dire solo questo.
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