India: Taglia la pancia di sua moglie per conoscere il sesso del bambino



19 settembre, INDIA. Dopo cinque figlie femmine, Pannalal, 43 anni, vuole a tutti i costi un maschio.

Sua moglie Anita, 35 anni, è al sesto mese e mezzo di gravidanza e l’uomo non riesce più ad aspettare.

Spinto dalla troppa curiosità di conoscere il sesso del nascituro, recide la pancia della donna con una falce.

Indian man desperate for a son

La donna viene trasportata d’urgenza in ospedale, e i medici riescono a salvarle la vita.

Indian man desperate for a son

Purtroppo, per il bambino non c’è nulla da fare: hanno perso un figlio maschio.

La polizia, che ha arrestato Pannalal, spiega il vero movente del crimine:

Un sacerdote aveva predetto che anche il loro sesto figlio sarebbe stato una bambina. Lui ha aggredito la moglie con una falce per uccidere il feto perché lei si era rifiutata di abortire.

Il fratello di Anita ha rivelato:

Mio cognato picchiava spesso mia sorella per aver partorito cinque figlie femmine. I nostri genitori sono intervenuti in diverse occasioni. Ma nessuno immaginava che sarebbe arrivato a tanto.

Purtroppo, in molti paesi dell’India avere una figlia femmina è ancora considerata una sventura e le donne sono costrette dalla famiglia a sfornare figli finché non arriva il maschietto tanto atteso.

Rita Banerji, fondatrice della campagna Fifty million missing (Cinquanta milioni mancanti) parla di genocidio di bambine, uccise con l’aborto o subito dopo la nascita.

La Repubblica scrive:

“Dalla nascita al primo anno di età, le bambine vengono annegate, oppure avvelenate, ammazzate facendo loro mangiare sale, o anche seppellite vive; ma vi sono anche metodi che possono essere certificati dai medici come decessi naturali, quali tenergli addosso coperte bagnate per indurre la polmonite o ucciderle dando loro da bere alcool per causare una inarrestabile diarrea. Il tasso di mortalità per le bambine, tra uno e cinque anni, è in India 75 volte più elevato di quello dei maschi: muoiono 100 femmine ogni 56 maschi, mentre il tasso di mortalità in questa classi di età nel mondo è di 116 maschi ogni 100 femmine. E molte donne e bambine uccise sfuggono alle statistiche perché in ospedale nemmeno arrivano, e nessuno indaga.”

Nel documentario “It’s a girl”, una donna racconta di aver soffocato e seppellito, con le sue mani, le otto figlie che aveva partorito.

L’infanticidio delle figlie femmine è causato dalle condizioni economiche in cui versano tante famiglie, che non possono permettersi di pagare la dote matrimoniale, illegale ma ancora pretesa dalle famiglie dei mariti.

It’s a Girl (È una femmina), (2012), parla del fenomeno atroce ma poco conosciuto del “genericidio”, ovvero l’omicidio selettivo rispetto al genere sessuale. In luoghi come India e Cina, le bambine vengono uccise, abortite, o abbandonate per il solo fatto di essere femmine, poiché questo costituisce una minaccia al benessere della famiglia. Oggi mancano all’appello più donne e bambine per il genericidio che per le morti causate da tutti i genocidi del Ventesimo secolo. Il documentario è stato realizzato per sensibilizzare il pubblico nei riguardi di questo argomento, affinché si possa giungere a un’inversione di tendenza.