Jürgen Conings era un militare belga, ricercato dal 17 maggio scorso perché aveva minacciato di voler compiere attentati
contro la dittatura sanitaria.
Il soldato 46enne accusava le autorità politiche e sanitarie del suo Paese di aver dato credito al “complotto” sul Covid-19.
Il “Rambo delle Fiandre”, vicino agli ambienti neonazisti, si era guadagnato un certo interesse da parte dell’opinione pubblica. Nelle ultime manifestazioni no vax a Bruxelles, quando migliaia di persone hanno sfilato contro la campagna di vaccinazione e l’obbligo delle mascherine, Conings era presente su molti striscioni, trattato come un eroe.
Prima ancora di definirsi un negazionista del Coronavirus, era già considerato pericoloso e bollato come potenziale terrorista dall’intelligence belga a causa delle sue idee radicali di destra, xenofobe e razziste.
Proprio per le sue idee violente, più volte esposte negli anni sui suoi canali social, era stato oggetto di sanzioni nei ranghi militari.
Lo scorso 17 maggio, Conings si era rifornito di armi nella caserma in cui lavorava, dandosi poi alla fuga con una jeep e proferendo minacce online contro personaggi noti del paese, in particolare contro il virologo più mediatico, popolare e di sinistra, Marc Van Ranst.
Il suo cadavere è stato ritrovato oggi da un cacciatore in una foresta delle Fiandre.
La procura federale belga ha detto
La causa della morte è probabilmente suicidio tramite arma da fuoco, ma questo dovrà essere accertato da una prossima perizia medico-legale.
I familiari di Conings sono di tutt’altro parere e hanno immediatamente escluso l’ipotesi del suicidio, evocando piuttosto la possibilità che sia stato ucciso dagli agenti:
Impossibile che 500 agenti che lo cercavano proprio nella stessa zona e con i cani lo abbiano mancato.
Chiunque lo conosca sa che non si sarebbe mai ucciso.
Lo hanno ammazzato.
Il deputato nazionalista Theo Francken ha chiesto
un miglior sostegno psicologico per i militari, soprattutto per quelli che tornano da una missione all’estero, e più fondi per la Difesa.
L’uomo, infatti, era un veterano dell’Afghanistan e aveva partecipato a missioni militari in Iraq e in Kosovo.
Ora è polemica, in Belgio, su come Conings abbia potuto restare nelle forze armate e servirsi liberamente di fucili d’assalto e munizioni, nonostante avesse dato numerosi segni di radicalizzazione e di pericolosità.
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