Barbados è un paese dei Caraibi che diventò colonia inglese nel 1625, quando la prima nave inglese attraccò sull’isola in nome del re Giacomo I.
Il nome dello stato, però, fu coniato da un esploratore portoghese, che chiamò l’isola Os Barbados (i barbuti), ispirandosi alle lunghe radici, somiglianti a barbe, degli alberi da fico che vi crescevano.
Il suo nome vero, quello dato dai nativi, era Ichirouganaim.
Barbados rimase colonia inglese fino al 1966, anno in cui ottenne l’indipendenza ma, come molte altre colonie ex britanniche, continuò a far parte del Commonwealth: la regina Elisabetta II è il capo dello stato ed è rappresentata sull’isola da un governatore generale.
Proprio lei, la governatrice Sandra Mason ha letto il discorso del primo ministro Mia Mottley, la quale ha annunciato la volontà del paese di diventare una repubblica.
È arrivato il momento di lasciarsi alle spalle il passato coloniale.
La transizione da monarchia a repubblica parlamentare avverrà entro il 30 novembre 2021, l’anniversario dei 55 anni dall’indipendenza.
Questa decisione non è stata presa di punto in bianco, ma è stata ponderata. Già nel 1979 fu istituita una commissione per valutare la fattibilità del programma, ma la proposta non venne portata avanti.
L’annuncio è stato fatto in un momento in cui la situazione economica del paese è abbastanza solida: da ex esportatrice di zucchero estratto dagli schavi, Barbados ora ha tutte le carte in regola per reggersi con piena sovranità.
In questo modo, si unirebbe a Trinidad e Tibago, Dominica, Guyana e altri paesi caraibici diventati repubbliche negli anni ’60-’70.
Rimarrebbe ancora la Giamaica, che ha già annunciato in più occasioni di voler “destituire” la regina per diventare una repubblica.
Lascia un Commento