L’angolo della lettura: “Tebe dalle sette porte, chi la costruì?” di Bertolt Brecht

Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì?

Ci sono i nomi dei re, dentro i libri.

Son stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra?

Babilonia, distrutta tante volte,

chi altrettante la riedificò?

In quali case di Lima lucente d’oro abitavano i costruttori?

Dove andarono, la sera che fu terminata la Grande Muraglia,i muratori?

Roma la grande è piena d’archi di trionfo.

Su chi trionfarono i Cesari?

La celebrata Bisanzio aveva solo palazzi per i suoi abitanti?

Anche nella favolosa Atlantide la notte che il mare li inghiottì,

affogavano urlando aiuto ai loro schiavi.

Il giovane Alessandro conquistò l’India.

Da solo?

Cesare sconfisse i Galli.

Non aveva con sé nemmeno un cuoco?

Filippo di Spagna pianse, quando la flotta gli fu affondata.

Nessun altro pianse?

Federico II vinse la guerra dei Sette Anni.

Chi, oltre a lui, l’ha vinta?

Una vittoria ogni pagina.

Chi cucinò la cena della vittoria?

Ogni dieci anni un grand’uomo.

Chi ne pagò le spese?

Quante vicende, tante domande.

                                              BERTOLT BRECHT

Chi sono gli eroi? Sono solo quei personaggi eccezionali che si rendono protagonisti di gesta clamorose? O sono eroi anche un soldato sconosciuto che fa il suo dovere in battaglia, una mamma che si sacrifica per i propri figli, un papà lavoratore… non meritano anche loro di essere considerati degli eroi anche se i loro nomi non li conosce nessuno?

Bertolt Brecht scrisse poesie ed opere di teatro molto importanti per mettere in evidenza eroi non tradizionali, bensì personaggi del popolo e della vita comune. Tebe dalle sette porte, chi la costruì si occupa proprio di questo argomento.

Bertolt Brecht - Wikipedia

Tebe era una delle più importanti città della Grecia antica. Era circondata da un’imponente muraglia, nella quale si aprivano sette ingressi.

Nei libri di storia si tramandano solo i nomi dei re che ordinarono di elevare grandi costruzioni (palazzi, mura, porte) per le quali Tebe era famosa, ma il vero massacrante lavoro lo fecero migliaia di operai, il cui nome rimarrà sconosciuto per sempre.

Lo stesso può dirsi per Babilonia, la grande città della Mesopotamia che fu capitale dell’impero babilonese.

Giardini pensili

Lima, la capitale del Perù, detta “lucente” perché ricca di cupole dorate, venne fondata da Francisco Pizarro nel 1535.  Brecht vuole dire che i poveri lavoratori indios, costretti brutalmente dai conquistadores spagnoli a costruire gli edifici della città, non abitarono certamente in queste costruzioni da essi edificate, ma in miserabili ed antigieniche baracche ai margini della metropoli.

La Grande Muraglia Cinese è un’immensa costruzione fatta elevare dagli imperatori della Cina trecento anni prima di Cristo, per difendere il paese dalle tribù barbariche del Nord. I muratori che si sacrificarono certamente non riposavano nei palazzi imperiali ma nelle loro povere grotte.

La Grande Muraglia Cinese tra le 7 meraviglie del mondo

I trionfi degli imperatori romani (ai quali veniva dato l’appellativo di Cesari, da Gaio Giulio Cesare che per primo ebbe l’intuizione dell’impero) furono resi possibili dai sacrifici del loro popolo, il quale però non viene minimamente considerato dagli storici.

Giulio Cesare

La famosa Bisanzio, capitale dell’impero romano di Oriente (impero bizantino), detta poi Costantinopoli (dal nome dell’imperatore Costantino), era una città ricca e potente grazie a tutti i suoi abitanti, anche quelli che non vivevano in palazzi lussuosi.

COSTANTINOPOLIS - BISANTIUM (Turchia)

Nell’antichità si pensava che, dove ora si stende l’oceano Atlantico, esistesse un grande continente chiamato Atlantide, che venne poi inghiottito dalle acque e scomparve per sempre. Il poeta intende dire che lo splendore di Atlantide fu anche opera degli schiavi, ai quali inutilmente i padroni si rivolsero nel momento del cataclisma, poiché la morte colpì indifferentemente tutti, eroi e umili, padroni e servi.

ATLANTIDE: esiste davvero? Ecco dove si trova!

Alessandro Magno il Macedone costruì un grande impero (330 a.C.), impadronendosi perfino dell’India, ma senza l’aiuto dei suoi soldati non avrebbe potuto far nulla; la storia, però, considera lui eroe, ma si disinteressa degli uomini che resero possibili le sue grandi imprese.

The Young Alexander by Alex Rowson review — before he was Great | Saturday Review | The Times

Gaio Giulio Cesare fu autore, tra l’altro, di una rapida e brillante conquista della Gallia. Possibile (dice Brecht) che abbia fatto tutto da solo? Alla riuscita dell’impresa fu determinante il contributo di tutti: se i cuochi non avessero cucinato il rancio (= ciascuno dei pasti principali distribuiti giornalmente ai soldati e ai marinai) per le truppe, Cesare non avrebbe potuto conquistare la Gallia.

Le campagne di Cesare in Gallia | Capitolivm

Filippo fu re di Spagna dal 1556 al 1598. Aveva messo insieme una grande flotta, che fu detta “Invincibile Armata” per la sua potenza. Questa flotta, invece, venne distrutta dagli Inglesi ed il re pianse di rabbia e di sconforto. Ma di dolore piansero le famiglie dei soldati e dei marinari morti nel tremendo disastro.

Invincible Armada (1588) Part II | Weapons and Warfare

Federico II, re di Prussia dal 1740 al 1786, vinse una lunga guerra che durò sette anni. Ma le sue vittorie furono rese possibili dai sacrifici dei suoi soldati, che nessuno nomina.

Il primo vero conflitto mondiale: la Guerra dei 7 Anni - Alberto Massaiu

Insomma, dice il poeta, ad ogni pagina la storia parla di vittorie, di grandi ed eroiche imprese, di grandi uomini, ma non si occupa dei veri eroi, quegli uomini ignoti che fanno le autentiche spese delle gesta dei grandi con i loro sacrifici e con la loro vita.

Per ogni impresa eroica dobbiamo sempre chiederci chi realmente la rese possibile, anche se la storia non ce ne indica il nome.

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