“Malformazioni del feto, l’aborto è un diritto”: proteste in Polonia

Credits: Isabelle Arsenault



POLONIA. Da cinque giorni le donne stanno manifestando nelle piazze di tutto il paese contro una sentenza del Tribunale, che rende incostituzionale l’interruzione di gravidanza in caso di malformazione del feto.

Il corteo che ha attravarsato Varsavia: <Le donne in scipero>

La Polonia è un paese profondamente cattolico e tradizionalista e ha tra le leggi più restrittive in Europa in materia di aborto.

Il governo del paese, guidato dal partito di destra “PiS” (Diritto e Giustizia) ha imposto un ulteriore giro di vite, pertanto il diritto all’aborto potrà essere esercitato ancora solo in caso di rischio per la vita della madre e in caso di stupro o incesto.

L’influenza della Chiesa Cattolica sulla vita politica polacca è molto forte ed è stata determinante nella restrizione di un diritto importante come quello dell’interruzione volontaria di gravidanza.

I gruppi femministi hanno commentato:

Sul corpo delle donne non decide nè il governo nè la Chiesa

Le manifestanti hanno bloccato le strade delle città e hanno avuto qualche scontro con la polizia e con qualche gruppo di estrema destra intervenuto in difesa del potere politico; inoltre, hanno invaso anche qualche chiesa , interrompendo le celebrazioni domenicali con lo slogan:

Preghiamo per il diritto all’aborto!

Il vescovo Jan Piotrowski a Kielce ha gridato contro di loro:

State lontani dal mio duomo!

A Poznan, dove ha sede monsignor Stanislaw Gadecki, presidente della conferenza di vescovi, per far uscire i giovani dalla cattedrale è dovuta intervenire la polizia.

Il premier polacco Mateusz Morawiecki è intervenuto condannando i cortei e chiedendo l’aiuto dell’esercito per rispondere

ad atti di barbarie, vandalismo e alle aggressioni

L’organizzatrice delle manifestazioni Marta Lempart ha dichiarato:

Non ci fate paura con l’esercito per le strade: se serve, il lockdown lo faremo noi.

Il vicepremier polacco Jaroslaw Kaczynski ha detto:

Dobbiamo difendere la Chiesa. Invito tutti gli iscritti del Pis e tutti i nostri simpatizzanti a contribuire alla difesa delle chiese, che oggi, per la prima volta nella storia della Polonia, sono sono attaccate.

È arrivato il tempo nel quale dobbiamo saper di dire no a chi vuole distruggerci. Difendiamo la Polonia.

La sentenza non è ancora entrata ufficialmente in vigore, ma gli ospedali hanno già iniziato a cancellare le procedura di aborto già programmate.

La paura generale è che questo divieto andrà ad alimentare ancora di più il ricorso all’aborto clandestino o ai viaggi all’estero per poter avere accesso all’intervento.

Monsignor Stanislaw Gądecki ha precisato:

La vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale ha lo stesso valore per Dio e dovrebbe essere ugualmente protetta dallo Stato.

Ogni persona di coscienza retta si rende conto di quanto sia una barbarie inaudita negare il diritto alla vita a una persona, soprattutto a causa delle sue malattie.