Sicilia, la mia giornata giallo-margherita




Un anno fa, durante uno dei miei primi viaggi in Sicilia, mi trovavo sulla strada verso Caltagirone, una delle città siciliane più belle rinomata per le sue lunghe gradinate colorate.

All’improvviso, mentre guidavo, ho visto un meraviglioso oceano di petali gialli. Era talmente bello che non ho potuto fare a meno di fermarmi per immergermi in quella piscina di margherite.

Più mi avvicinavo, più rimanevo incantato dai suoi colori vibranti che ti fanno pensare a nient’altro che all’estate, al sole e alla positività.

Me ne sono innamorato all’istante, a tal punto da non avere il coraggio di raccoglierne neppure una: mi avrebbe spezzato il cuore. La natura non potrebbe essere più tenera di così. Poi ne ho adocchiata una che giaceva sul terreno, soffiata qui e là dalla brezza. A quel punto non ho potuto fare a meno di prenderla e portarla via con me.

È nato così il mio amore per i fiori. Da allora, ogni volta che vado in Sicilia, faccio in modo di recarmi in quel campo per rivivere le emozioni e la magia di quel primo incontro. La margherita gialla è senza dubbio uno dei fiori più belli che io abbia mai visto.

All’epoca non ne sapevo molto sul suo conto e, dopo qualche ricerca, queste sono le cose che ho trovato.

Campo con margherite gialle e bianche Stock Photo | Adobe Stock

Ebbene sì, tra i tanti tipi di margherite ce ne sono anche di gialle. Sì, è un po’ diverso da quello che di solito identifichiamo ed ha quel colore in tutto il fiore, sia nei petali che nel bottone centrale.

Dai magnifici fiori sgargianti ed eleganti, la margherita gialla è un arbusto sempreverde di origine sudafricana ed in natura si trova principalmente nelle aree vicine al mare.

Nel linguaggio dei fiori porta molti significati, tutti positivi. E’ innanzitutto il fiore delicato della purezza e dell’innocenza, della semplicità e della modestia, ma anche dell’amore fedele e della pazienza. Da sempre apprezzato per la bellezza della sua apparentemente semplice fattezza, il significato della margherita simboleggia l’innocenza giovanile, libera dai sensi di colpa, dal peccato, dalla corruzione. Tra innamorati, è sempre stata l’equivalente di una confessione e di pegno di sentimento eterno.

Questo fiore è anche apprezzato per le sue proprietà officinali. In certe zone viene utilizzata, a livello di medicina popolare, quale alimento – medicamento: è un insetticida, antisettico, vermifugo, e allevia i disordini dello stomaco.

Possiede proprietà rinfrescanti, disintossicanti, leggermente diuretiche. Quindi è utilissimo per risolvere quei piccoli malanni cronici tanto comuni che riguardano soprattutto l’apparato gastro-enterico e quello urinario e per mantenere l’organismo regolato e sano.

Anche i petali possono essere utilizzati, a crudo, per decorare insalate e renderle più buone ed appetitose.

insalata mista: INSALATINA DI FIORI DI ZUCCA E MARGHERITE DI CAMPO CON MAZZANCOLLE PANATE ALLE MANDORLE

CINQUE PETALI DI MARGHERITA

C’era una volta, in un luogo oltre il mare, oltre le pianure, oltre le montagne, un regno molto felice; così felice, che i primogeniti della famiglia reale nascevano col sorriso, alle prime luci dell’alba.

Tutti lì erano davvero contenti finché, un giorno, comparve all’orizzonte una nuvola di polvere nera che si avvicinava molto velocemente verso la capitale del regno.

“Cosa sarà mai?” si chiedevano gli abitanti. Ed aspettarono che la nuvolona di polvere giungesse fin nella piazza principale. Quando iniziò a diradarsi, comparve al suo centro un uomo alto alto, magro magro, scuro in volto e nell’abito.

I bambini lo guardavano, e dal loro faccino spariva il sorriso.

L’uomo alto alto magro magro disse: “DOV’E’ IL PALAZZO REALE? PORTATEMI DALLA VOSTRA REGINA!”

Quando fu davanti alla regina, le disse: “Io sono il mago Sinistro, il mago più potente e infelice del mondo! So comandare le più grosse tempeste e i più terribili uragani e la mia infelicità deve regnare in ogni luogo! E visto che non posso essere felice io, non dovrete esserlo più nemmeno voi!! Oggi maledico i principini e le principessine che oseranno sorridere appena nati: costoro verranno fulminati al loro diciottesimo compleanno!”

Che maledizione terribile! La regina cercò di implorarlo, di parlargli, scoppiò in pianto, ma il mago Sinistro non desistette dalle sue intenzioni.

Da quel momento, una atmosfera cupa entrò a far parte del paese. Nel regno nessuno osava più sorridere per paura delle guardie del Mago che sorvegliavano tutto e tutti, bastava solo vederle apparire da lontano che qualsiasi sorriso moriva congelato là dove si stava formando….

Ma un giorno, una mattina all’alba, alla regina nacque la sua prima figlia: il sole entrò dalla finestra per salutarla e la piccola appena nata fece un sorriso alla mamma così bello che immediatamente una bellissima margherita gialla sbocciò nel vaso di margherite bianche, sul davanzale della finestra.

Dagli occhi della regina iniziarono a sgorgare copiose lacrime. “Perché piangi, regina mia?” chiese il sole. “Perché so che questa bellissima figlia morirà, un giorno, per la maledizione del mago.”

“Non temere, non succederà così: il sorriso di tua figlia, ed il tuo amore per lei, hanno fatto sbocciare una margherita gialla che, a suo tempo, se ben curata, saprà aiutarvi”.

La regina ringraziò il sole, ed iniziò a curare con attenzione la margherita gialla. Quando la bambina crebbe, la mamma insegnò anche a lei come curare questo fiorellino: acqua, luce, aria in giusta misura.

La regina coltivava in sé la speranza che la figlia non sarebbe morta. Questo pensiero talvolta la faceva sorridere. Un giorno la figlia se ne accorse e chiese come mai sorridesse, visto che era una cosa da non farsi.

“Figlia mia” rispose la regina “oramai sei grande e puoi capire: ti dirò che questa margherita gialla ti sarà di grande aiuto al tuo diciottesimo compleanno”. “Ma in che modo mi sarà d’aiuto?”

La regina si guardò in giro, per assicurarsi che nessuna guardia del Mago Sinistro la potesse sentire e poi bisbigliò alla figlia: ” Questo fiore, nato dal tuo primo sorriso e dal mio amore per te, potrà sconfiggere la maledizione del Mago”. Si guardò di nuovo intorno e continuò:

“Cinque giorni prima del tuo diciottesimo compleanno, dovremo far trovare davanti alla porta del Mago una busta, e dentro la busta ci sarà un petalo della nostra margherita. Egli , che non conosce il potere del sorriso e dell’amore, butterà la busta nel cestino che ha sotto la sua scrivania. Ma di notte, il petalo uscirà ed andrà a stuzzicare il mago… Dovremo fare questa cosa per cinque volte, e poi staremo a vedere”.

Così avvenne: il mago ricevette la busta, ci guardò dentro, e la buttò nel cestino noncurante. Quella notte, il petalo giallo andò a solleticare la pancia del mago, fino a farlo quasi sorridere.

“Sto poco bene” disse alle sue guardie, e rimase nella sua stanza tutto il giorno. Il suo primo ufficiale fece passare sotto la porta una busta, che il mago cestinò, insieme alla busta del giorno prima.

Quella notte, il secondo petalo andò a solleticare le ascelle del mago, fino a farlo quasi ridere. Il giorno dopo, il mago Sinistro stava malissimo: “Come sono stanco…Non so cosa mi succede, sono due notti che dormo male: starò in camera mia anche oggi”.

“Mio signore, mi è parso di sentirla ridere, stanotte…” disse incautamente la guardia progendogli la terza busta. “Ridere? Cosa dici mai! Non è proprio possibile, perderei tutti i miei poteri! Mi offendi! Ti punisco immediatamente con dieci anni di galera!”.

Quella notte, dal cestino scivolò il terzo petalo fino al letto del mago e andò a solleticargli le orecchie. Il mago rise così forte, ma così forte, che si svegliò lui stesso: spaventatissimo, ma, non vedendo nulla, si riaddormentò e dormì di un sonno agitato.

La quarta notte, il quarto petalo salì sul letto per solleticargli le labbra…. il mago improvvisamente aprì la bocca e se lo mangiò di botto! “Haha! Mi credevate così ingenuo? Pensavate di ingannarmi, di indebolirmi, di vincermi…!” Non finì di parlare che gli venne un solletico fortissimo: prima la gola, poi lo stomaco, poi giù fino alle viscere… Non riusciva a fare altro che ridere, ridere, ridere che quasi scoppiava!

Rise fino al mattino dopo, che era anche il giorno del compleanno della principessa. Ella stessa si presentò alla porta del mago col quinto petalo in mano : “Mago Sinistro, sono venuta a riprendere per me e per il mio regno la serenità che ci hai rubato da tempo!” disse forte.

Continuando a ridere a più non posso, Sinistro riuscì a chiedere “Come fai ad essere qui? Tu oggi dovevi morire!”, “Non morirò, perché il mio potere è più forte del tuo! E così dicendo, lanciò l’ultimo petalo contro il Mago che iniziò a grattarsi, cadde in ginocchio e si sciolse come neve al sole!

Quando la mamma la raggiunse e l’abbracciò, il sole sorrise a quell’abbraccio. Quel giorno, e per cento altri ancora, si festeggiò nel regno la ritrovata felicità. Tanto si suonò, danzò e cantò che ancora adesso se ne può udire l’eco, a ben ascoltare…