Mauritius, l’isola dove i rifiuti che “fanno rumore” diventano musica



Kan Chan Kin si definisce un “artivista”, cioè un “artista attivista” che insegna agli adulti e ai bambini come fabbricare strumenti musicali con i rifiuti.

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Attraverso questo approccio divertente, il giovane 35enne vuole sensibilizzare le persone sugli effetti dannosi dell’inquinamento, in particolar modo della plastica sulla vita marina:

Cosa accade alla tua spazzatura quando la getti nel bidone?

Non sparisce per magia.

Così crea gli strumenti recuperando oggetti di scarto. Il suo metodo viene chiamato “riutilizzo creativo”.

A differenza del riciclaggio, che prevede la distruzione dei rifiuti e la trasformazione del materiale in un nuovo oggetto, nell’upcycling (termine inglese) con il materiale scartato viene creato direttamente un nuovo oggetto, che acquista un valore maggiore rispetto al materiale originale.

I materiali sono ovunque ed è gratuito.

Li togli dalla natura e fai una buona azione

afferma Kan.

Infatti, la spazzatura rappresenta un grosso problema nelle isole Mauritius e la sua gestione è fondamentale.

Questa piccola isola nell’oceano Indiano è larga solo 45 chilometri e lunga 65, eppure ospita oltre 1,2 milioni di persone, che la rendono la nazione africana più densamente popolata.

Ogni anno 400mila tonnellate di spazzatura vengono depositate a Mare Chicose.

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Esibendosi in giro per l’isola con i suoi strumenti riciclati, l’ex DJ e produttore di musica elettronica unisce la sua passione per la musica, l’arte e l’ambiente per incitare i cittadini.

Kan viene invitato anche nelle scuole per infondere nei bambini l’amore e il rispetto per la natura:

Per farli divertire, gli chiedo di indovinare di che materiale sono fatti gli strumenti.

Le piccole accortezze di tutti i giorni possono fare una grande differenza e nessuna azione è troppo piccola quando si tratta di preservare l’ecosistema.

Sono molto preoccupato per lo stato attuale del nostro ambiente.

Cerco di proteggerlo e di sensibilizzare le persone come meglio posso, nel mio caso lo faccio attraverso l’arte.