La bellezza è un concetto astratto a cui è difficile associare una definizione univoca, poiché ogni epoca e ogni persona lo interpreta in maniera diversa.
Non esistono parametri universali su cui basare il giudizio, bensì il gusto estetico personale e il gusto di una società in un determinato periodo.
Questi due criteri possono essere ricondotti ai concetti di bellezza soggettiva e bellezza oggettiva. La bellezza soggettiva risponde al senso estetico e al sentimento che un oggetto o una persona fa scaturire in ognuno; quella oggettiva è dettata dai canoni stabiliti dalla società e hanno una validità storica temporanea.
Per esempio, fino alla fine del 19° secolo in Giappone era consuetudine tingersi i denti di nero. La pratica si chiama Ohaguro ed era in voga soltanto tra le donne delle famiglie ricche per segnare il passaggio all’età adulta.
Poi coinvolse anche gli uomini e, infine, le donne delle classi povere per indicare che erano sposate.
Più i denti erano neri e più l’ohaguro veniva considerato ben riuscito e bello. Inoltre, l’inchiostro utilizzato per la colorazione, ricavato da ferro ossidato e imbevuto nel tè, produceva effetti benefici per i denti, ritardando le carie.
Questa pratica venne vietata a partire dal 1870 nel tentativo da parte del governo giapponese di modernizzare il paese.
Fu così che si passò alla tendenza completamente opposta. Nel 1873 Haruho, l’imperatrice del Giappone, si mostrò con una dentatura perfettamente bianca e immacolata e l’ohaguro perse tutto il suo antico fascino.
E che dire degli uomini in calzamaglia?

Vestirsi così era considerato normale e per niente ridicolo. L’uomo di quegli anni aveva bisogno di un abbigliamento comodo e pratico per combattere e andare a cavallo.
Nel tempo questa concezione è cambiata: la calzamaglia è diventata collant e, di conseguenza, una prerogativa prettamente femminile.
Un’altra tendenza in voga tra le donne era la depilazione delle sopracciglia e dell’attaccatura dei capelli per creare una fronte più ampia.

Attualmente lo scenario della bellezza sta subendo dei cambiamenti radicali: “inclusività” e “diversità” si sentono ripetere sempre più spesso per affermare un nuovo modo di intendere la bellezza.
Ogni donna ha la sua particolarità fisica e va mantenuta e rispettata. Nessuna deve sentirsi obbligata ad essere una “replica” per piacere agli altri, ma ognuna ha il diritto di lasciare la propria impronta senza temere il giudizio altrui.








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