PIACENZA. Si chiama “Odyssesus” l’operazione conclusa dalla Procura di Piacenza e condotta dalla Guardia di Finanza nei confronti della stazione dei Carabinieri in via Caccialupo.
L’inchiesta è stata guidata dal neo procuratore della Repubblica Grazia Pradella, che ha messo sotto sequestro l’intera caserma Levante.
10 militari sono stati sottoposti a varie misure. Tra questi 6 arresti, di cui 5 in carcere e 1 ai domiciliari.
“Non c’è stato quasi nulla di lecito in quella caserma. Gli illeciti più gravi contestati sono stati commessi in pieno lockdown con disprezzo delle più elementari regole di cautela disposte dal governo. Sono una serie di reati impressionanti se si pensa che sono stati commessi da militari dell’Arma dei carabinieri” afferma il PM.
I reati contestati sono: traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali aggravate, peculato, abuso di ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, perquisizioni ed ispezioni personali arbitrarie, violenza privata aggravata e truffa ai danni dello Stato.
Le intercettazioni riportate negli atti rivelano il tono delle conversazioni dei militari: “Ho fatto un’associazione a delinquere, ragazzi…siamo irraggiungibili. Hai presente Gomorra? Le scene di Gomorra, guarda che è stato uguale!…ed io ci sguazzo in queste cose. Tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato“.
Secondo l’accusa, i carabinieri si procuravano la droga grazie ad un aggancio e, per sembrare più bravi dei colleghi delle altre caserme, riferivano il falso al pubblico ministero, effettuando arresti su circostanze inventate.
Agli atti dell’inchiesta c’è anche l’audio di un presunto pestaggio in cui “si percepisce la sofferenza del soggetto che non era sottoposto ad alcun provvedimento da parte dell’autorità giudiziaria. Era vittima di un sequestro di persona. Più volte nel corso della registrazione si sente il soggetto quasi come se stesse soffocando. “Temiamo che sia stata utilizzata anche la forzata ingestione di acqua“, ha detto il pm. I pestaggi e le torture in caserma a pusher erano finalizzate all’ammissione del reato e alla rivelazione dei luoghi dove detenevano la sostanza stupefacente.
Il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri ha precisato che “è stata immediatamente disposta la sospensione dall’impiego nei confronti dei destinatari del provvedimento giudiziario, nonché la contestuale valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico“.
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