Salvini ad Aosta: da riferimenti ai vestiti dei valdostani a un “neg*o di mer*a” tra la folla



Spengo il mio computer, saluto i colleghi e chiudo la porta dell’ufficio: finisce così un’altra lunga ma stimolante e proficua giornata lavorativa.

In giro c’è ancora tanta gente che passeggia, nonostante sia quasi ora di cena.

Ognuno cerca di godersi le ultime battute di caldo estivo e di luce serale, prima dell’inizio del grande e lungo coprifuoco che durerà fino al prossimo giugno.

Io ne approfitto per fare una passeggiata fino a casa, anche se la fame comincia a farsi sentire. Le vie del centro sono inondate di profumini vari e avverto un’irresistibile tentazione di fermarmi a prendere un boccone.

Ma ecco che scorgo qualche bandiera “Arcobaleno” in un gruppo di persone disposte in semicerchio, tutte rigorosamente con mascherina.

Ecco che mi rendo conto di non averla indossata, ma rimedio all’istante con la mia “tricolore”.

Mi attardo qualche minuto per ascoltare il discorso e le mie orecchie odono parole d’amore, solidarietà e inclusione.

Non riesco a trattenermi oltre (sempre perché ho fame!) e vado via.

Ma in piazza qualcos’altro attira la mia attenzione questa volta: un folto, anzi foltissimo gruppo di persone.

 

Spinto dalla curiosità, mi avvicino, e realizzo che per poco avrei perso “l’apparizione di Salvini”…

Arrivo appena in tempo per il suo ingresso trionfale: accompagnato dal sottofondo musicale di “Vincerò!”, sale sul palco attrezzatissimo e ben curato e saluta la folla “à la Ave Cesare”.

 

Per un attimo mi lascio coinvolgere e quasi sopraffare da cotanta magia fiabesca nell’aria… L’acuto di Pavarotti, gli applausi… Mi guardo intorno e all’improvviso la fiaba si interrompe: nella mia testa risuona quell’effetto audio con cui il dj preannuncia un cambio di stile musicale nella sua playlist in discoteca…

Ecco, tipo una cosa così…

L’incanto finisce appena vedo questa scena…

 

No, non è una scena tratta da “La casa di carta” e quella non è la Banca di Spagna, bensì il Municipio di Aosta!

Uno striscione penzolante esposto sul balcone degli uffici comunali che dà sulla piazza, anzi quasi sulla testa di Salvini…

Quell’atto goliardico mi convince a rimanere: dove c’è il Capitano può succedere di tutto!

Sicuramente meglio lo striscione che i pomodori!

No Lega Bella ciao

Ironia a parte, ritengo doveroso da buon cittadino concedergli il beneficio del dubbio: a volte capita che i media travisino i contenuti per fare più notizia, taglino i video e riadattino le battute per affibbiare un certo tipo di immagine a una persona.

E ci sta! Fa parte del loro lavoro. Spetta a ciascuno di noi trarre le proprie valutazioni personalmente, se possibile, ed è proprio quello che ho intenzione di fare: ascoltarlo con mente “pulita”, cercando di accantonare per un attimo la “maschera Salvini” e ascoltare Matteo, un qualunque Matteo candidato alle elezioni.

Prende il microfono per aprire il discorso, ma non riesce ad emettere due sillabe ed ecco che partono un paio di fischi, che ovviamente solo lui è riuscito a sentire, tanta era la distanza dal palco dell’ipotetico soggetto fischiante…

Dopo il mezzo rimprovero condito con una leggera nota di permalosità, per i primi dieci minuti parla di “immigrati, clandestini, dobbiamo sradicare la mafia”… Cioè tutti quei problemini che stava già risolvendo in qualità di Presidente del Consiglio e che ovviamente porterà a compimento una volta rieletto.

Poi esordisce con un’espressione che strappa un applauso generale, tranne il mio:

Se non ti piace come si vestono i valdostani, allora torna a casa tua.

Mi guardo intorno per cercare di capire la sua allusione in merito all’abbigliamento dei valdostani: mi è sfuggito qualcosa di cui avrei dovuto rendermi conto prima?

Mentre mi meraviglio per l’assurdità della frase, la gente continua ad applaudire… tutto normale, direi.

Ci tiene a specificare, però, un dettaglio:

Noi della Lega non siamo razzisti.

Immediatamente accompagnato da un fischio da parte di un ragazzo nero poco distante.

Un gruppetto proprio accanto a me commenta:

Neg*o di mer*a!

Infine, giunge il momento delle foto ricordo. Salvini invita frettolosamente i presenti a dirigersi verso il palco, indicando il punto esatto in cui adunarsi per eseguire gli scatti con cui inondare i social per le prossime ore.

Inizia a piovigginare, e questo potrebbe compromettere la parte più importante del comizio: le foto con i fans!

Insomma, ho provato a dargli una chance, ma non è riuscito a farmi innamorare e a farmi perdere la testa!

Bravissimo oratore, per carità: riesce ad esercitare il suo fascino e a guadagnarsi seguaci grazie alla sua eloquenza e dialettica.

Il pubblico applaudirebbe anche a un suo starnuto.

Poi, quel fisichetto che sta mettendo su, non è niente male!

Complimenti al tuo dietologo!