Stefano Lo Duca, dalla chiropratica alla “food forest” biologica



Stefano Lo Duca, 35 anni, ha creato una “food forest”, una foresta biologica con piante, alberi tropicali e ortaggi dove mandorle, maracuja, avocado, mango, ginseng hindou, zenzero e karkadè crescono senza uso di pesticidi e di agenti chimici.

Stefano, però, non pensava minimamente che il suo futuro sarebbe stato l’orto, anche se in casa si è respirata sempre un’aria “green”:

Mio papà ha creato a Milazzo il primo albergo ecosostenibile in Italia e nel 2002 abbiamo vinto anche il premio nazionale per l’ambiente “Gianfranco Merli” per aver utilizzato interamente materiale ecologico, ecompatibile e biologico sia nella ristrutturazione dell’ edificio sia nella fornitura dei servizi al cliente.

E l’ utilizzo di energie rinnovabili.

La struttura l’abbiamo venduta ma è ancora in piedi.

E ora Papà da dieci anni sta portando avanti un altro progetto molto bello: costruire una seconda casa sempre eco-sostenibile, e si spera, che presto, sarà ultimata.

Stefano, però, non si è sempre dedicato alla terra. Ha abbracciato questa vita dopo aver abbandonato gli studi in Galles:

Ho sempre cercato il mio posto felice, o meglio qualcosa che mi rendesse davvero appagato.

Ma inizialmente, probabilmente, ho cercato di assecondare le aspettative altrui.

E ho cominciato a studiare chiropratica, una pratica diversa dalla medicina tradizionale, che si concentra sulla diagnosi e successivamente sul trattamento delle malattie del sistema muscolo- scheletrico, ma non ho mai completato gli studi.

E oggi sorrido se penso alle “manipolazioni” che ho completamente abbandonato.

All’estero ho capito che la mia terra mi mancava davvero tanto e così è maturata l’idea che dovevo fare altro, intraprendendo una nuova strada.

A costo di sembrare un po’ folle.

Ha deciso di tornare in Italia e di investire il suo tempo prezioso in modo diverso:

Probabilmente un’esperienza di vita mi ha cambiato completamente la prospettiva.

E arrivato a trent’anni, una perdita fraterna, prematura, mi ha fatto capire che bisogna vivere giornalmente inseguendo la propria felicità.

Sono figlio di due culture e già forse questo mi ha plasmato.

Mio papà Antonio Maria è milazzese, mentre mia mamma Marie-Anne è camerunense.

La loro storia, prima di amicizia e poi d’ amore, è nata a Parigi, e dalla loro unione siamo nati io e mio fratello Nicola.

E i miei hanno scelto volutamente di farci crescere qui e le radici sono sempre rimaste ben salde.

Il progetto nasce a Capo Milazzo

con l’obiettivo di migliorare un terreno vergine, mai coltivato in modo intensivo, per produrre alimenti di alta qualità nel rispetto della terra.

Ci basiamo su principi fondamentali, come la permacultura, per creare una Food forest, inserendo alberi tropicali, piante perenni e ortaggi stagionali.

Il terreno di un ettaro ospita anche la casa dove la famiglia ha vissuto, e l’altra che ha preso vita con i principi di bioedilizia, risparmio energetico e rispetto della tradizione architettonica sicula.

Ma Stefano non si occupa della campagna da solo:

ho cercato manforte coinvolgendo chi fosse interessato a scambi culturali.

Quindi la casa accoglierà chi sarà curioso di conoscere il nostro territorio e i frutti della nostra terra.

Esperimento che abbiamo già testato.

Infatti, l’ultima avventuriera è stata una ragazza giapponese.

Insomma, questo rappresenta un buon modo per fare scambi culturali e far capire a chi si avvicina a questo mondo agricolo se gli può essere congeniale.

Stefano non ha rimpianti:

In estate mi sveglio prima dell’alba, e i sacrifici sono tanti, ma ai ragazzi dico: seguite le vostre passioni.

Sempre.