Nell’interrogatorio i carabinieri di Piacenza hanno negato tutti gli abusi e i festini a luci rosse “messi in piedi” nell’ufficio del comandante della stazione, maresciallo Marco Orlando.
Ma un testimone chiede di essere sentito dai magistrati per dare la sua versione dei fatti. Si tratta di una trans brasiliana, conosciuta con il nome di Francesca, minacciata e obbligata a fare sesso all’interno della caserma:
“Se non collabori ti fotto”. “Se non collabori ti rispedisco in Brasile”. “Se non collabori in un modo o nell’altro ti frego”. “Se non collabori ti faccio cacciare dall’Italia, tanto non hai neanche il passaporto”.
Negli anni passati Francesca ha lavorato come informatrice della squadra narcotici, e grazie alle sue soffiate diversi spacciatori sono finiti dietro le sbarre, tra cui anche dei poliziotti.
Ma quando gli spacciatori sono usciti dal carcere, sono andati a cercarla:
“Mi hanno massacrata di botte, tante volte mi sono ritrovata in strada con la testa spaccata”, ha raccontato all’Ansa.
“Un anno e mezzo fa circa c’era a Piacenza un trans che si chiamava Nikita. Era la protetta del maresciallo Orlando. Era a lei che si rivolgevano in caserma per avere in pugno le altre trans. Me compresa. Il maresciallo diceva che dovevamo dargli lavoro, collaborare con lui se volevamo vivere sereni a Piacenza.”
Francesca ha conservato delgi scatti sul suo cellulare in cui si vedono “gli altri due” Montella e Falanga con i due spacciatori e le mazzette con i soldi.
“Quando venivano a casa di Nikita facevamo i festini. Orlando pagava le prestazioni sessuali con la cocaina. Un altro carabiniere piccolino è venuto a casa mia con il mio fascicolo in mano e mi ha chiesto sesso gratis. I festini c’erano anche nella caserma Levante, almeno quattro.”
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