Turchia, la lingua che non si parla ma si fischia



Kuş dili, conosciuta anche come “Lingua degli uccelli”, è una forma di comunicazione basata sui fischi.

Questo linguaggio consente di costruire conversazioni complesse su lunghe distanze senza l’utilizzo delle parole e senza dover urlare.

Da 300 anni i contadini di Kuşköy (letteralmente, villaggio degli uccelli), un territorio nella regione settentrionale della Turchia, parlano tra di loro fischiando per evitare ore di cammino tra le cime montuose.

UN moves to protect whistled 'bird language' in Turkey's Black Sea region - Turkey News

Come nel codice Morse, questa lingua riproduce la grammatica e il vocabolario della lingua turca attraverso varie gradazioni di suoni. I diversi suoni si ottengono in base alle dita che vengono utilizzate per fischiare: i pollici producono suoni gravi, gli anulari suoni acuti.

Tra le situazioni tipiche ci sono gli inviti a bere del té o le richieste di aiuto per un lavoro, l’avviso ai vicini dell’arrivo di un furgone per prendere il raccolto, o gli annunci di funerali, nascite e matrimoni.

Questa lingua rischia di scomparire. Il lento processo di modernizzazione nel villaggio ha aiutato a salvaguardare la kuş dili, ma negli ultimi dieci anni in particolare, con l’arrivo dei cellulari, il suo uso è diminuito.

I giovani non hanno più interesse ad imparare la lingua e la considerano antica e inutile.

Per salvaguardare questo patrimonio culturale, da qualche anno il villaggio turco organizza un festival strategico. Ogni anno ci si ritrova in questa zona per promuovere e scoprire il linguaggio dei fischi e non perderlo per sempre. Ci si esibisce di fronte al pubblico e i migliori comunicatori vengono premiati da una giuria.

Northern village of Kuşköy still communicates with amazing Turkish whistling language | Daily Sabah

In realtà non è l’unico caso del genere, perché nel mondo intero sono state recensite decine di linguaggi fischiati: circa 40 sono stati studiati, ma in tutto si arriva a 70 segnalati.

La lingua fischiata più famosa è quella chiamata silbo, che viene usata sull’isola Gomera, nelle Canarie. Si tratta di un’eredità proveniente dai berberi, che occupavano quella zona prima dell’arrivo degli spagnoli.

Dal 1999 il suo insegnamento è diventato obbligatorio nelle scuole primarie e sei anni fa questa lingua è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’Unesco. È l’unico caso di questo tipo, ma è anche la testimonianza di quanto sia importante valorizzare certe tradizioni che caratterizzano popoli o abitanti di un territorio.